Domande oziose

Io ho sentimenti nobili e riflessioni elevate e pathos adeguati…

perchè la mia preparazione culturale mi permette di esprimerli…

oppure li avrei comunque?

Dove sta il confine ?

Pensieri socialmente nobili. articolarli in forme generose di empatia prescindono dal saperli esprimere accuratamente …

O no?

Lettere di due amiche

grembiuleCaro, Luigi, ben lieta che la tua indomita fantasia (ma anche tu non dormi mai la notte???) ti abbia portato nel luogo dove, dopo molti peregrinari coniugali, Sergio ed io siamo approdati. Provenendo da grandi città come Milano e Roma non mi era sembrata un trasloco particolarmente attraente, ma ero stufa ed ho esclamato : “hic manebimus optime!”. Ed in effetti la cittadina sonnacchiosa, chiusa agli estranei (molto groupthinking), piena di quelle che mi sembravano poco più che catapecchie (dall’alto della mia altezzosità metropolitana), si è trasformata, in sessant’anni, in una bella cittadina fiorente che molti ci invidiano e che via via rivaluta il proprio storico passato. (sai quanti “Pub Modicia??”) Anche dal lato umano si è evoluta (solo da poco non sento più amici che si fermano a metà di una frase rievocativa del passato per dire “ah, ma già, tu non sei di Monza!” – dopo quasi sessant’anni!), sia grazie alla nostra età ormai veneranda che ci fa condividere molti ricordi coi monzesi, sia perché, come dappertutto, il melting pot ha allargato menti e conoscenze nelle persone. La raggiunta (finalmente!) posizione di capoluogo di provincia ha sdoganato la città da quel filo di sudditanza nei confronti di Milano, con la quale d’altro canto non c’è soluzione di continuità neanche territoriale.
Per cui … beato “el gamba de legn”, che percorreva l’enorme distanza nella campagana in soli 17 minuti!
Sai che io ne ho un ricordo ben preciso, anche se molto frammentario? Usciva da un capolinea oscuro tra Belfiore e Vercelli e… puzzava! Queste vie, ora chic, odoravano di castagnaccio venduto in enormi teglie insieme a lunghe collane di castagne secche (a Roma erano dette “mosciarelle”) sul limitare dei negozi di genere, erano piene di mercerie (lo stesso Gemelli, che Francesca ben conosce, era allora proprietà del papà merciaio di un compagno di scuola di mia sorella), di piccoli tessutai (vi comprai il tessuto del mio abito da sposa), insomma di un piccolo mondo antico che cercava energicamente di risollevarsi dalle macerie della guerra. A questo proposito ricordo il sorgere ed il crescere a vista d’occhio della “montagnola” a San Siro, luogo deputato allo scarico delle macerie di cui nel fervore edilizio di allora non si sapeva come disfarsi.
Perdonami, Luigi, col tuo scritto hai scatenato in me ricordi non personali ma storici …. ed è già un pò che mi accorgo di fare parte della storia… Ti abbraccio, insieme alla mia amica, con la quale ho condiviso i miei anni difficili e però pieni di speranze. Fiorella.


Di nascosto a Luigi che sta dormendo  ho letto la tua risposta e mi sono intromessa. Come posso non ricordare di quando  sono venuta a trovarti in via Vodice(spero di non sbagliare), allora per me nel deserto. TU fumasti una sigaretta e quando comparve tua madre con semplicità mi attribuisti la colpa. Che tempi!. Io sempliciotta scolasticamente brava guardavo con un misto di soggezione ed invidia la compagna che aveva trovato il fidanzato a Roma e si voleva sposare.. IO era gia tanto se avevo un corteggiatore. accidenti non ricordo il nome: un nostro compagno alto un po goffo con gli occhiali  .Noi ragazze eravamo tutte in ammirazione del bel De Ferne e del suo amico(CHI?). Per la mia bravura a scuola conquistai lo Strada, non male., studiavamo insieme preparandoci alla maturità sul balcone di via Moscova. Ancora adesso mi chiedo se era attratto da me o dalle mie attittudini scolatiche appoggiate da una elegante e lussuosa abitazione.     Oh santo cielo sta arrivando Luigi che mi fara una scenata………………


Come hai letto, la tua amica di nascosto legge e risponde. Devo farle una scenata? oppure una carezza per essere stata anche lei sedotta dai ricordi e dall’atmosfera che hai creato tu con le tue righe?  Sei brava e nostalgica e scrivi in maniera personale, coinvolgente e precisa.